QUANTO È STATO BELLO LAVORARE CON TE, DIRETTORE

Il caso ha voluto che gli arcinoti accidenti in simultanea di Facebook, WhatsApp e Instagram si protraessero proprio nel corso della cena in onore di Arrigo Laghi, oramai ufficialmente ex direttore del Circolo Canottieri Roma. Quasi come se il destino avesse voluto frenare la tecnologia, l'era digitale, chip e altre diavolerie simile, per consentire al buon Laghi di ripercorrere ancora più facilmente i tempi in cui i telefoni servivano per telefonare e i "mi piace" avevano tutt'altro significato. Gesti, sguardi, mani, occhi. Occhi come quelli di Franco Pesci, il presidente del club in carica dal 1981 al '93 che lo accolse nella famiglia giallorossa nel lontano 1983. Sebbene più degli occhi, Laghi, ancora oggi, ricordi il sorriso e nel farlo ha il magone.

Schiena dritta e lavorare. Niente fronzoli, nemmeno per una cravatta sbagliata. A proposito: avrà mai sbagliato cravatta, il direttore Laghi? Non che si sappia. Ieri sera, a proposito, portava quella blu con il logo del Circolo, a fare capolino da un impeccabile gessato blu. Schiena dritta e lavorare, assieme a quelli che il direttore ha chiamato "amici", la truppa del Canottieri Roma, il dietro le quinte di Lungotevere Flaminio 39. "Siamo qui per dimostrarle che le abbiamo voluto bene e che continueremo a volerle bene", il saluto anche qui commosso del presidente Paolo Vitale.

Al tavolo centrale del direttore che lascia per "raggiunti requisiti pensionabili" e del suo successore Andrea Bianco, di "presidenti dell'era Laghi" ce n'erano ben quattro: in ordine cronologico, Gianni Battistoni (1994-1996 e 2003-2008), Nicola Pietrangeli (1997-2002 e da tempo presidente onorario), Massimo Veneziano (2017-2021) e appunto il neoeletto Vitale. "E me li voglio tenere tutti stretti, è un tavolo storico", ha sottolineato il festeggiato. Oltre al presidente del collegio dei probiviri Massimo Londei, prontissimo suggeritore nel rievocare il Canottieri Roma del passato. E ancora il vicepresidente Umberto Tersigni, il segretario generale Marcello Scotto, il segretario del Consiglio Mario Martelli, i consiglieri Mattia Bellardoni (Altri Sport), Mauro Bisogno (Ristorazione), Lorenzo Guido (Canottaggio), Massimo Matteini (Tesoreria), Edmondo Mingione (Eventi), Fabio Pizzolato (Personale), Roberto Rezzi (Tennis), Francesco Surace (Manutenzione e Lavori).

Al gran completo anche dipendenti e collaboratori del Circolo. I portieri in divisa d'ordinanza, gli altri in giacca e cravatta. Senza fronzoli, neanche qui. Il motore del Circolo, ordinato persino nella mega-foto ricordo finale nei pressi del millefoglie dello chef Egidio Longo e del suo staff. Lo hanno salutati tutti, il direttore. Chi s'è imposto di non piangere, chi a quell'imposizione ha rinunciato volentieri. Tutti con tonnellate e tonnellate di ricordi da condividere e rievocare. Immancabili i regali: il portachiavi d'oro con la mitica bandierina del club e la scritta "Al nostro Direttore con affetto e stima", una maglia da canottiere con tanto di personalizzazione, un orologio di ultimissima generazione. Quello sì digitale, tecnologico. Unica e colorata licenza alla tecnologia nel corso della serata.

Chi scrive, entrato al Circolo la prima volta solo nel dicembre 2012, ad Arrigo Laghi deve molto. E non solo per le tante volte in cui ha costretto quest'ultimo a esercizi di memoria o ad attingere dallo sterminato archivio fotografico. Da oggi gli darà del "Tu" e lo chiamerà semplicemente Arrigo. Anche se sarà difficile. Facilissimo, piuttosto, è emozionarsi. Allora grazie, Arrigo. Da tutte le persone elencate in queste righe e da chi arriverà: un mondo unico come quello del Circolo Canottieri Roma si costruisce dalle e con le persone. Rispettosi custodi di una tradizione. Schiena dritta, lavorare.         

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